L'uomo della Pianura di Paolo Roversi



Grazie alla penna di Paolo Roversi il “giallone” torna a correre sugli scaffali delle librerie. Il “giallone” è la Vespa gialla classe ‘74 con cui Enrico Radeschi, il protagonista dei suoi romanzi gialli, si sposta sulla scena dei delitti che sono il suo pane in quanto cronista di nera ben introdotto negli ambienti delle forze di polizia. La scia di sangue in questo ultimo romanzo comincia proprio a metà degli anni ‘70, quando un errore giudiziario costringe un ragazzo di vent’anni a frequentare suo malgrado quella che si rivelerà essere per lui una sorta di università del crimine, il carcere di San Vittore. Anni rinchiuso in pessima compagnia e la rabbia accumulata per l’ingiustizia subita restituiscono alla cosiddetta società civile un individuo trasformato in genio del crimine, la cui esistenza, da quel momento, avrà come unico scopo quello di vendicarsi verso chi gli ha fatto del male, senza farsi scrupolo di tanti innocenti che hanno la sventura di incrociare il loro destino con quello di “Hurricane”. Un crescendo di delitti che arriva fino ai giorni nostri, una vicenda ricca di suspence e colpi di scena che comincia a Milano e si conclude nella bassa mantovana, terra di origine di Roversi, che ne sa raccontare con piglio acuto e umorismo quanto coglie il suo occhio attento, a cominciare dalla descrizione dei tanti personaggi che fanno da contorno in questa storia e la arricchiscono di divertenti aneddoti.


Il mio ruolo di recensore in chiave vespistica mi impone di rimarcare la marginalità delle comparsate del “giallone” in questo romanzo. Una nota vespisticamente positiva arriva dal retro del volume, dove finalmente fa la sua comparsa, per la prima volta dopo tanti romanzi, la fotografia di un 50ino giallo.


di Paolo Roversi
 
Mursia
 



 Di Paolo Roversi sono usciti altri due romanzi dove il Giallone accompagna il protagonista: "Blue tango" e "La mano sinistra del diavolo".

Tempo fa ho avuto l'opportunità di incontrare personalmente Paolo Roversi e di scambiare quattro chiacchiere a proposito del suo "Giallone".

Anche L'uomo della pianura è disponibile nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA.

Una storia, un viaggio, un giallo e una ricetta...

:

Sono questi gli argomenti trattati in quest'ultimo aggiornamento di "Chilometri di PAROLE in VESPA", la prima rassegna online dedicata alla letteratura vespistica. La storia è quella narrata da Giovanni Volta nel suo romanzo breve "La luna nel secchio", l'avventura in sella lungo la Via Emilia di alcuni studenti universitari che con questa impresa si ritrovano a salutare la spensieratezza della gioventù per rendersi conto che è ora di fare i conti con l'età matura.
Il viaggio è quello raccontato da Angelo Salvi nel suo "Santiago Ida e Vuelta", in fuga da una relazione naufragata verso Spagna e Portogallo, in sella alla sua Vespa alla ricerca di se stesso.
Il giallo è l'ennesima avventura di Enrico Radeschi, il protagonista delle storie scritte da Paolo Roversi. Anche questa volta le sue indagini giornalistiche lo portano a girare in sella alla sua Vespa gialla per le strade di Milano, in un racconto, per questa volta scritto a misura di bambino, dal titolo "Gli agenti segreti non piangono".
E per chiudere una ricetta... anzi, più di una. Quello scritto nel libro "La gola" di Marino Marini è un vero e proprio viaggio attraverso l'Italia e i suoi sapori.
Buone letture!

LA LUNA NEL SECCHIO

:
Questo romanzo breve non è una qualsiasi produzione editoriale, ma è frutto di "self-publishing" ed è quindi prodotto direttamente dall'autore attraverso un servizio Web dedicato http://www.lulu.com/ . Questo potrebbe far supporre che non sia un testo meritevole di pubblicazione, ma sarebbe un errore pensarlo. Una riprova è il quarto premio ricevuto nel 2000 da questo romanzo breve dal titolo "La luna nel secchio", nella sezione "narrativa inedita" del Premio Nazionale di Prosa indetto dal Club Letterario Italiano.

Questo racconto a buon diritto deve far parte di questa rassegna dedicata alla letteratura vespistica. Più che in altri casi la Vespa, oltre ad essere protagonista, è "causa" diretta della nascita di questo racconto. Nell'estate del 1988 l'autore si trova immobilizzato da un'ingessatura che lo blocca nel letto per due lunghi mesi, a causa di un incidente stradale avvenuto proprio in sella alla sua Vespa. Per dirla con le parole dell'autore: "...è da questa prospettiva orizzontale che ho concepito e scritto "La luna nel secchio".


A fare da sfondo a questa storia è la città di Bologna, percorsa in Vespa dai protagonisti attraverso le sue strade più conosciute: "Mentre percorreva via Zanardi, Tommaso si divertì ad improvvisare un coro a due voci assieme alla sua Vespa, come ogni volta che trovava la strada libera dal traffico. Teneva fissa la manopola del gas, in modo che il rumore del motore - in realtà più simile al belato di una pecora che ad un suono musicale - si fermasse su una nota qualsiasi (...) Ogni tanto alzava o abbassava il gas, e intanto modulava diversamente la voce, trovando continuamente nuove armonie per l'improbabile duetto".


Bologna si racconta con i suoi locali e le feste Erasmus tra studenti universitari, dove capita fare conoscenza con ragazze straniere, come puntualmente accade ai protagonisti di questa storia. Sulle ruote della Vespa la vicenda si dipana lungo la Via Emilia fino a Modena, sulla strada di un'improbabile missione impossibile: "Riusciranno i nostri eroi a riportare a Bologna la mitica secchia rapita?". Quella dei protagonisti è una voglia di avventura che nasce in quel particolare periodo della vita in cui vanno stretti i panni di ragazzo, ma non ci si sente per nulla a proprio agio alla sola idea di indossare quelli di adulto: "Tutto fila sciolto fino ai venticinque. Ed ecco che arrivano, inesorabili, i ventisei. I compagni delle scuole si sposano e fanno bambini. Sei vecchio per fare ancora la vita da studentello. Sei vecchio per stare a casa con i tuoi. Il futuro è arrivato. E' ora di entrare nel mondo dei grandi. Il guaio è che ti senti esattamente come prima. Mica più adulto. Anzi, ti trovi a fare delle sciocchezze che mai avresti pensato".






isbn 9781847285737

SANTIAGO IDA E VUELTA

:


"Dedicato a chi fugge per ritrovarsi": inizia così questo racconto on the road. L'autore, Angelo Salvi, si definisce "viaggiatore e vespista" ed ha scritto diversi racconti di viaggio. Per questo suo "Santiago Ida e Vuelta" ha scelto di produrre direttamente il suo lavoro tramite il self-publishing offerto dal Web http://www.ilmiolibro.it/

Salvi non è il primo (e non sarà certo l'ultimo) a trovarsi in viaggio a causa del naufragio di una relazione sentimentale:


"Ho 34 anni, sono per l'ennesima estate senza ragazza e la mia vita ultimamente non è stata proprio il massimo. Non ho il mio PC ma solo la mia fidata Vespa. Aggiungerò altri adesivi. Vado a Barcellona per riprendermi un po'. Da lì non so dove andrò".


Chilometro dopo chilometro, solitario fatti salvi occasionali incontri, il suo girovagare per allontanarsi dai suoi pensieri lo porta a Pamplona, San Sebastian, Bilbao, Santander, Gijon, La Coruna, fino in Portogallo, a Santiago De Compostela, capolinea di tanti pellegrinaggi. Il suo moleskine è il compagno di strada a cui confida le sue emozioni:


"Ho visto... ho osservato... mentre con la mia Vespa solitaria arrivavo alla meta per dimenticare un amore e ritrovare me stesso. Ora l'asfalto corrode nuovamente le ruote ed il sole lotta con le nuvole per non scomparire. Vado verso il ritorno...".


Ed ecco Leon, Burgos, Logrono, Tarragona, Barcellona e poi Perpignan e la Francia con la Provenza, la Costa Azzurra ed ecco l'Italia:


"Il lunedì prendo la Vespa. La carico nuovamente e mi muovo stancamente verso Roma. Arrivo al bar dei Belli. Brindo da solo e con un sorriso ebete alzo la birra al cielo. Cerco un internet point e invio l'ultima mail ai miei amici. Il ricordo di Setè mi calma ma ho un bisogno disperato di condividere gli ultimi momenti del viaggio con qualcuno... PARTIRE... PER POI RITORNARE...".


Come detto questo volume è reperibile al di fuori dei normali canali di distribuzione e può essere acquistato unicamente tramite il sito di self-publishing.


A questo link la pagina diretta alla scheda dell'autore.

A questo link la scheda libro del volume.

GLI AGENTI SEGRETI NON PIANGONO

:
In questo piccolo libricino dedicato ai lettori più giovani ritroviamo un autore e un personaggio già presenti in questa rassegna dedicata alla letteratura vespistica.
Gli agenti segreti non piangono di Paolo Roversi è un vero e proprio racconto giallo a misura di bambino, in cui il protagonista è il giornalista free-lance (nonché hacker informatico) Enrico Radeschi, proiettato dal suo autore in questa vicenda ambientata in una scuola milanese. Così come nei precedenti romanzi in cui è protagonista (Niente baci alla francese, La mano sinistra del diavolo, Blue Tango) è "il giallone", ovvero la sua Vespa 50 del '74 il veicolo utilizzato da Radeschi per muoversi, non senza difficoltà, per le strade di Milano.
Il racconto è semplice ma piacevole e grazie a questo genere di pubblicazioni è facile pensare di poter appassionare alla lettura anche i più giovani che spesso, così come Diek e Maggie - gli adolescenti protagonisti della vicenda - sono più a loro agio in mezzo alle moderne diavolerie elettroniche che non ai cari vecchi libri di carta stampata.
La copertina del volume merita un'osservazione critica: se la Vespa di Radeschi è un 50ino giallo del 1974... che senso ha riprodurre il disegno di un moderno scooter che non ha nulla del fascino delle Vespa di un tempo?
di Paolo Roversi
isbn 9788842541905

Ugo MURSIA Editore
Questo volume è presente nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA

LA GOLA di Marino Marini

:
Inserire questo "viaggio tra sapori, storie e ricette d'Italia" in questa rassegna dedicata alla letteratura vespistica è probabilmente improprio, ma, leggendo il volume - che è molto di più di un semplice libro di ricette - non ho potuto fare a meno di considerare quanto sia stata azzeccata (e non ruffiana!) la scelta di mettere in copertina proprio l'immagine di una Vespa.
:

La Vespa una volta esaurito il suo compito di "cover girl" non è mai nemmeno menzionata nel testo anche se, a tutti gli effetti, proprio di un viaggio si narra. Le tappe però non sono delle località, ma delle pietanze, di cui viene fatta la storia, raccontati aneddoti e spiegati i segreti.
:

Ecco svelato, ad esempio, come e quando è nata la piadina e quindi la storia dei "pani conditi", ovvero focacce e pizze con ricette che portano da Genova a Bagheria passando ovviamente per Napoli.




:


di Marino Marini
:

Viaggio tra sapori, storie e ricette d'Italia

prefazione di Gualtiero Marchesi
:



isbn 9788861541832




Questo volume è presente nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA

Le ali sotto ai piedi

:
LE ALI SOTTO AI PIEDI Cesare Cremonini Ed. Rizzoli

Confesso di essermi trovato un po’ spiazzato dopo aver saputo dell’uscita di questo libro. Sono ormai diversi anni che la Vespa viene in qualche modo sfruttata per "spingere" qualsiasi prodotto grazie alla sua popolarità. Non si contano nemmeno più gli spot pubblicitari in cui una Vespa (o più di una!) fanno bella mostra in veloci comparsate, quando non sono autentiche protagoniste.
Riguardo ciò Cesare Cremonini era in qualche modo recidivo. Dieci anni fa uscì la sua canzone più famosa, 50 Special, e da allora quel brano musicale è diventato un corollario categorico ogni qual volta in un TG o in un notiziario ci sia da parlare di Vespa o di vespisti. È stato quindi con in animo un misto di scetticismo e di curiosità che mi sono accinto alla lettura dell’autobiografia di un ragazzo di nemmeno trent’anni... e la curiosità ha ben presto avuto il sopravvento sullo scetticismo.
In questa mia rassegna di letteratura vespistica è la narrativa di viaggio a farla da padrona, ma non solo. Spesso ci si rende conto che chi scrive e ha scritto di Vespa lo ha fatto perché, in un modo o in un altro, una Vespa gli ha cambiato la vita. Per Cesare Cremonini molto più che a tanti altri.
Sono due gli oggetti che hanno avuto un’importanza particolare nella sua vita, il Blütner e la 50 Special, il suo pianoforte e la sua Vespa, anzi, le sue Vespa, perché in realtà sono state due. La prima blu, elaborata all’inverosimile, tanto che ben presto la madre se ne accorse costringendolo a venderla. La seconda rossa, "ritoccata" a 75cc:


"Quella splendida Vespa divenne all’istante la mia nuova compagna di avventure, un insostituibile amica con cui oltrepassare una volta per tutte i confini della libertà... e con cui mettere a repentaglio la mia vita, ovviamente".
In questa storia dei suoi primi trent’anni l’autore rende merito a chi ha contribuito al suo successo: la famiglia innanzitutto, gli amici, gli insegnanti e il suo producer, senza però scordarsi della sua Vespa. Una scelta precisa e per quei tempi controcorrente, maturata insieme a un amico grazie alla lettura di un libro (Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi, in cui uno dei protagonisti viaggia in sella proprio a una 50 Special).
La sua Vespa c’era quando nacque la sua prima band, e fu in sella alla sua Vespa che si presentò per la prima volta a "Mr Salopette", l’uomo che sarebbe diventato l’artefice del suo successo con quella che poteva sembrare una canzonetta come tante.
"(...) mi ricordai di alcuni brani di Jack Frusciante, il libro di Enrico Brizzi, e dell’idea che mi era venuta, leggendolo, di scrivere una canzone dedicata al mio amore per le Vespe. (...) Le Vespe di cui parlavo erano le nostre, quelle con cui io e Gabriele ci sfidavamo in continuazione per le vie del centro (...). Il resto della canzone era già lì da qualche parte, nascosto da chissà quanto tempo fra i miei pensieri (...). Il ritornello di 50 Special sbucò fuori quasi dal nulla, sospinto da una lucida, inequivocabile e sincera convinzione: quel giorno mi sarebbe bastato salire sulla mia Vespa per gettarmi alle spalle ogni problema! In un attimo, e senza troppi sforzi, la canzone fu pronta. Diciotto anni per trovarla e cinque minuti per scriverla! Questo era la musica. Un giro di accordi, un foglio di carta".
Cinque minuti soltanto per una canzone che nel 1999 è stata per cinque settimane il singolo più venduto, con oltre 100.000 copie.
Il libro si chiude con questa annotazione:


"La Vespa rossa di Cesare è stata rubata da sconosciuti nel maggio 2001. Cesare l’ha ritrovata casualmente sul ponte del fiume Savena, a due passi da Colunga, tre anni dopo. Ancora oggi occupa un posto d’onore nel suo garage".
Non è quindi azzardato dire che una Vespa ha cambiato la vita a Cremonini.



Mi piace pensare che per Cremonini possa valere la stessa considerazione che a volte si fa per Giorgio Bettinelli: la sua storia sarebbe stata la stessa se al posto di una Vespa, "quella volta", fosse arrivato un altro motociclo?







Anche questo libro è disponibile nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA.




Peter Moore, "travel writer"... in Vespa!

.

Non mi posso permettere di scrivere una recensione vera e propria delle opere di Peter Moore in quanto la mia conoscenza della lingua inglese è limitata, riesco a comprendere il senso di ciò che leggo senza però riuscire a cogliere appieno il piacere che può dare una lettura. Ciò non toglie che sarebbe imperdonabile per una rassegna come "Chilometri di parole in Vespa" ignorare quello che è uno degli autori di letteratura vespistica più prolifici dopo Giorgio Bettinelli.


Peter Moore, australiano di nascita, nel suo sito si definisce "travel writer" e la definizione è pertinente in quanto sono sei i libri già pubblicati che parlano dei suoi viaggi per il mondo. Di questi sono due quelli che hanno come protagonista la Vespa.


"Wroom with a wiew" uscito nel 2005 (il cui titolo prende spunto dal romanzo di E. M. Forster "Room with a wiew", reso celebre dalla trasposizione cinematografica, uscita in Italia con il titolo di "Camera con vista", film di grande successo diretto da James Yvory). È il racconto di un viaggio in Italia che l'autore si è regalato in occasione del suo 40° compleanno. Un viaggio compiuto in sella a una Vespa del '61, acquistata appositamente su Internet. Il sottotitolo è emblematico di ciò che l'autore si aspetta da questo viaggio: "in cerca della "dolce vita" italiana"... ed è facile intuire perchè abbia battezzato la sua Vespa "Sophia".


Il suo cammino parte da Milano e si conclude a Roma, viaggiando lungo le strade appenniniche, rapito dal fascino delle terre toscane, visitando un'Italia da un punto di vista spesso sconosciuto agli italiani stessi. Nelle ultime due settimane del suo viaggio lo raggiunge la sua fidanzata. Ed è così che si realizza appieno la fantasia che lo ha spinto a compiere questa avventura su due ruote, con la persona che ama che lo abbraccia seduta alle sue spalle sul sellino di una Vespa sua coetanea.

Il secondo libro (in uscita proprio in questi giorni) è una sorta di continuazione del discorso già iniziato e il titolo è eloquente: "Vroom by the sea", con un doppio gioco di parole. Con il suo primo viaggio in Vespa ha voluto celebrare il traguardo dei quarant'anni, mentre questo secondo viaggio si svolge in un altro periodo significativo per la sua vita: l'estate precedente la nascita della sua primogenita. Questa volta viaggia in sella a una splendida Vespa Rally 200 (battezzata per l'occasione "Marcello" in onore a Marcello Mastroianni) dal tipico colore arancione che l'autore definisce "Donatella Versace colour". Le sue parole per presentare questo libro sono semplici ed efficaci: "Se il viaggio che ho raccontato in "Vroom with a wiew" era come un vecchio film in bianco e nero, questo è un viaggio in Technicolor". Eloquente anche in questo caso il sottotitolo: "the sunny parts of Italy on bright orange Vespa!". Questa volta le strade sono quelle della costa Tirrenica e delle isole maggiori.



Per chi volesse un assaggio delle qualità letterarie di Peter Moore esiste anche un terzo "libro" che ha la Vespa come protagonista. Ho scritto "libro" tra virgolette in quanto non si tratta di un libro stampato in edizione cartacea ma bensì di un testo scaricabile gratuitamente in PDF dal sito dell'autore. Il titolo è "Same same but different" e narra di un breve viaggio in Vietnam lungo le rive del Mekong, cercando una Vespa da usare come mezzo di trasporto. Il testo può essere scaricato facilmente clikkando qui.

La mia considerazione finale è un auspicio: quello che prima o poi Peter Moore possa trovare un editore interessato alla traduzione dei suoi libri vespistici nella lingua madre della Vespa.

In India con la mia Lambretta

.
Premessa: "Chilometri di parole in Vespa", lo dice il suo nome, è uno spazio dedicato ai risvolti letterari che da sempre hanno accompagnato lo scooter italiano per eccellenza.
Era inevitabile che la sua rivale per antonomasia, la Lambretta, tanto simile nello spirito quanto diversa nella sostanza, non potesse restare immune al medesimo sentimento di libertà e di avventura che coglie chi sale in sella a questi che non sono mai stati semplici mezzi di trasporto, ma autentici pezzi di storia.


E, di questa storia, un capitolo importante è quello scritto nel diario di viaggio di Albino Capretta, maestro di scuola elementare in quel di Valdobbiadene, alpino, scrittore e giornalista, scomparso a 81 anni nell'agosto del 2003.

Introducendo il suo racconto l'autore quasi si scusa nel trovarsi a "ridare attualità ad un'avventura che tanti anni fa ha avuto un suo spazio evidente e una sua importanza..."

Era l'inizio del '55, la Seconda Guerra Mondiale era finita ormai da dieci anni e da cinque anni il Maestro Capretta aveva iniziato la sua attività come insegnante di ruolo. Dietro l'apparenza di una vita forse ordinaria, ma comunque serena, non si erano ancora del tutto rimarginate quelle che l'autore descrive come "lacerazioni del corpo e dello spirito", e continua: "si era fatta strada in me un'esigenza di purificazione e di collaudo caratteriale: l'esigenza, cioè, di pormi davanti a un ostacolo che fosse determinante e per superare il quale io dovessi usare tutte le mie energie fisiche e spirituali".

Nel giro di pochi mesi il viaggio è organizzato, un viaggio impensabile per quegli anni e quasi impossibile da compiere in sella a una Lambretta. Un'esperienza preziosa e irripetibile ai giorni nostri in considerazione dell'odierna condizione socio-politica dei territori mediorientali.

Il racconto è quello di un diario di viaggio on the road, scarno ed essenziale, a cui ogni tanto si affacciano considerazioni intime e personali. Il testo è accompagnato da decine di fotografie in bianco e nero che sono la suggestione in più per immedesimarsi in quello che oggi suona come un viaggio all'indietro nel tempo.

Il Maestro Capretta avrà trovato ciò che cercava? Io penso proprio di sì:
"Ricordo le mie notti, solo, in pieno deserto: sentivo il respiro dell'infinito e vivevo l'esatta sensazione che quelle innumerevoli stelle fossero lì tutte per me, per illuminarmi e tenermi compagnia".
La riprova è nelle parole di sua figlia Paola, che ha curato questa nuova edizione del diario di viaggio di suo padre: "Con gratitudine mi rivolgo a mio padre, protagonista di questa storia, che invita a riconoscere la scintilla che irrompe e accende la luce dei sogni e ci offre le parole di un viaggio che, come per magia, ci porta lontano ed è poi il viaggio della vita".
Questo volume è stato realizzato in proprio dagli eredi del Maestro Capretta e , cosa importante, l'intero ricavato sarà devoluto a favore delle Opere in India di Padre Angelo Codello, attraverso l'attività dei Missionari Salesiani di Don Bosco. Al momento l'unica possibilità per l'acquisto è rivolgendosi direttamente alla figlia Paola e alla sua famiglia ai seguenti recapiti telefonici:
.
abitazione 0423.976186
Paola Capretta 339.2748.224
Andrea Baratto 339.7792.111
oppure scrivendo una mail a andrea.baratto64@alice.it
:
Albino Capretta
IN INDIA CON LA MIA LAMBRETTA
Grafiche Antiga (Crocetta del Montello - TV)

Contatti: SCRIVIMI UNA MAIL!

Sei autore di un Vespa-libro, oppure sei un editore e ne hai pubblicato uno? Manda una mail e ti darò istruzioni per l'invio di una copia saggio. Scrivi a: lorenzo205@libero.it