Ci si mette una vita

Federico Russo
CI SI METTE UNA VITA
Einaudi

Federico Russo è un volto noto al pubblico più giovane per aver lavorato in televisione (MTVSKY, Rai2). Ancora più conosciuta, forse, la sua voce, per via della sua seguitissima trasmissione
quotidiana, in diretta da Radio DeeJay. È una cosa buona quando un personaggio così popolare tra i più giovani si affaccia al mondo dell’editoria - più probabile che un adolescente si prenda la briga di leggersi il libro di un disk-jockey piuttosto che il tomo di qualche mostro sacro della letteratura - ma la cosa importante è cominciare a maneggiare qualche libro, e questo “Ci si mette una vita” credo possa essere quello giusto.
Da subito ci si trova comodi in questa storia di amicizia, una trama che, già dalle prime pagine, ti accorgi di aver voglia di leggere fino in fondo. Perché di tante esperienze che si possono vivere in un’esistenza, alla fine, quello che davvero ci resta, è l’amicizia.
“(...) la voce bassa, debole, come se le corde vocali avessero subito uno sforzo a cui non erano
abituate (...). Un incidente, riguardava Carlo (...)”.
Un brusco risveglio per i quattro protagonisti di questa storia, che meglio di qualsiasi traguardo anagrafico segna per loro il passaggio dall'adolescenza all'età adulta e rimette in discussione quelle che parevano scelte di vita ormai definitive, ma che evidenziano il loro limite quando ci si trova a confrontarle con un sentimento superiore. E laddove c’è amicizia molto spesso c’è una Vespa:
“Nel piccolo giardino di casa dei miei, in un punto coperto c’era un ammasso di lenzuola vecchie. Togliendole, ritrovai la mia Vespa arancione. Ferma da chissà quanto tempo, ma sempre raggiante. (...) I suoi anni, nonostante qualche ruga piuttosto pronunciata sulla carrozzeria, se li era sempre portati bene. Una donna di una certa età insomma, ma sempre attraente, forse ancora più di prima, un po’ come Monica Vitti. Così chiamo infatti la mia Vespa nei momenti di intimità, datemi pure del matto.”
A fare da sfondo a questa vicenda Firenze, tra le città storiche monumentali di certo quella a più alto  “coefficiente vespistico”:
“Sgasai fuori dal cancello senza una meta precisa. Scesi da via Massaia, ritrovando il colore delle case che la costeggiavano, testai la salute della mia Vespa affrontando la salita di via Stibbert: se la cavava ancora egregiamente. Scalai fino alla prima mentre percorrevo via Trento, che prima sale e poi scende, come un arcobaleno, osservando alla destra il Giardino del Dragone situato fra me e la cartolina di Firenze.”
E ancora:
“Percorrendo le strette vie del centro storico, la Vespa vibrava e saltellava sopra il pavé. Mi piaceva, sarei rimasto in sella a Monica Vitti anche tutta l’estate, e non solo perché le mattonelle irregolari mi permettevano a ogni movimento di avvertire le tette sode di Anita premere contro la mia schiena”.
C’è tanta musica in questo romanzo e visti i trascorsi professionali di Federico Russo non avrebbe potuto essere diversamente. Tantissimi i brani e gli autori più o meno noti che vengono citati, ed è bello poter sfruttare la tecnologia oggi giorno disponibile e leggere queste pagine collegati al Web ascoltando, a mano a mano che le si incontrano, le canzoni che l’autore ha voluto legare al suo racconto.


Bello rendersi conto insieme ai protagonisti che, nonostante tutto, si può diventare adulti e farsi carico delle proprie responsabilità anche senza perdere di vista il ragazzo che è dentro ciascuno di noi e che ci accompagnerà, insieme ai nostri amici, per tutta la vita.
Una nota di merito per Federico Russo è l'aver saputo raccontare con la garbata leggerezza e doveroso rispetto la profondità una storia vera da lui vissuta in prima persona, senza cadere in facili pietismi.

Da leggere, perché è “meglio avere un 45 giri dei Beatles che l’intera discografia di Michael Bolton.”

L’incipit.
A pensarci bene, non credo di aver mai sognato Anita così com’è nella realtà. Intendo fisicamente. In sogno so che è lei quella davanti a me, ma la faccia è diversa. Cambia ogni volta. Può avere le sembianze dell’attrice che ho visto la sera prima al cinema o in dvd, della fornaia sotto casa, della signora della pasticceria che ogni mattina mi tiene da parte il cornetto alla crema, della cassiera del supermercato che gentilmente mi ha aspettato per chiudere la cassa, di una ballerina, un’annunciatrice o un’inviata che ho visto in tv, di Lilli Gruber, di uno squalo martello visto su National Geographic. Ma è lei, lo so.


Nota: oltre alla Vespa c'è una bella storia, c'è tanta bella musica e c'è una città bellissima a fare da scenografia. In pratica ci sono tutti gli ingredienti per far uscire questa vicenda dal bianco e nero delle pagine di carta per gli spazi in technicolor degli schermi cinematografici. Più che una speranza un augurio.


È possibile ascoltare il podcast della presentazione del libro ospitata dal Caffè Letterario "le Murate" di Firenze in data 22 novembre 2011, alla presenza dell'autore e del sindaco della città Matteo Renzi: clicca QUA.

Federico Russo
CI SI METTE UNA VITA
Einaudi

Questo libro è disponibile tra i titoli a catalogo della LIBRERIA UNIVERSITARIA

dalla "Route 66" all'Umbria... passando dalla Toscana!

Il viaggio della letteratura vespistica si arricchisce di nuovi titoli freschi di stampa che vanno ad arricchire questa rassegna.

L'AMERICA IN VESPA
La Vespa di Giorgio Serafino, restaurata dopo anni di oblio, riprende la starda... e che strada! Niente di meno che la "Route 66", una leggenda per ogni viaggiatore, percorsa da Chicago a Los Angeles in sella a una Vespa 50 battezzata appositamente "Generale Lee" (leggi tutto).


Torna in strada anche Ben Birdsall: per queste sue nuove pubblicazioni la sua Vespa (ma anche i suoi pennelli e e le sue pignatte!) prendono la strada dell'Umbria e della Valdera per guidare il lettore alla scopera di un territorio tra i più affascinanti dell'Itlia centrale (leggi tutto).

Ben Birdsall

La curiosità e il grande interesse destato dalle belle pagine di "La mia Toscana in Vespa" hanno messo nuovamente in sella Ben Birdsall, non prima però di aver caricato nel suo bagaglio colori, pennelli e batteria da cucina. Si ripete in due nuovi titoli (sempre per i tipi di Arteventbook) l'indovinata formula della sua prima avventura vespistica on the road sulle strade toscane: ogni tappa viene immortalata da un dipinto e gastronomicamente celebrata cucinando i piatti tipici della zona.

Ben Birsall
Arteventbook
(sinossi editoriale) "Libro realizzato con il patrocinio dei 15 comuni dell'Unione Valdera. Un minitour di tre giorni (volendo un weekend lungo da imitare!) attraverso i più bei comuni della Valdera; lo stile è sempre lo stesso: Ben innanzitutto è un pittore, un visitatore, un curioso della nostra terra e dei nostri sapori: ci saranno i suoi quadri, i suoi consigli sull'itinerario, le sue ricette e anche foto a colori con la sua Vespa a fare da modella."

Ben Birdsall
Arteventbook
Il volume ricalca, questa volta sulle strade dell'Umbria, la formula collaudata viaggiando in Toscana. Luoghi che meritano di essere visitati con calma, al passo lento della Vespa. Paesaggi affascinanti da fissare sulla tela. Una terra di sapori da esplorare in prima persona mettendosi ai fornelli prima di sedersi a tavola.

Tutti i libri di Ben Birsall son presenti nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA.

L'America in Vespa

Giorgio Serafino  L’AMERICA IN VESPA (Mursia)

In questa nostra epoca di turismo mordi e fuggi, formula all-inclusive, dove nulla è lasciato all’improvvisazione e ogni singolo giorno di viaggio è già previsto (e prevedibile!), è difficile comprendere la bellezza di attardarsi lungo la strada.
Può aiutare sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda di Giorgio Serafino: la sua filosofia di vita e di viaggio la riassume alla perfezione in quattro righe (pag. 62):

“Voglio andare lento, anche quando potrei andare veloce, voglio essere costretto ad andare piano. Voglio poter vedere tutto, e annusare l’aria e conoscere tutti quelli che incontro.”

Una Vespa è il mezzo di trasporto ideale per andare lenti anche quando si potrebbe andare veloci. Non una Vespa nuova e potente, ma proprio quella vecchia Vespa 50 abbandonata da tempo in un angolo del cortile: prima di rimetterla a posto ha dovuto attendere il suo turno, prima c’era da metter su casa. La Vespa, un mezzo di trasporto ma anche un catalizzatore di attenzione e di simpatia, tanto improbabile quanto affascinante, soprattutto una volta dipinto di arancione e decorato come il mitico Generale Lee della serie televisiva Hazzard. Un sogno divenuto realtà, carico dei pochi bagagli di una nuova famiglia che vuole farsi strada nel mondo e nella vita partendo da Chicago alla volta di Los Angeles, muovendosi adagio lungo quel leggendario nastro di asfalto che prende il nome di “Route 66”, una strada che ha un posto speciale nell’immaginario di tutti i viaggiatori su due ruote. Perché Giorgio Serafino (e Giulia, sua moglie) non sono turisti, ma viaggiatori:

“...dopo aver percorso tanta strada so che per un po’ la mia anima avrà pace, so di aver goduto di questi posti in maniera totale, assorbendoli dentro di me. Se mi capiterà di guardare una cartina o un mappamondo, non saranno più un’incognita; ogni volta che ci passerò sopra con il dito tornerò qui, gli odori e il vento torneranno nella mia mente.”

Ed ecco, come già accaduto in tante altre pagine scritte da vespisti in viaggio (Giorgio Bettinelli in primis), una nazione, osservata da quel punto di vista privilegiato che è il sellino di una Vespa, si mostra diversa da quello che ti aspetteresti, spesso migliore. L’America in Vespa di Giorgio e Giulia non fa eccezione, e il popolo americano incontrato lungo la via lascia sconcertati per la disinteressata generosità nei loro confronti:

“Siamo davanti a un motel, appena usciti dall’ufficio e un uomo si avvicina:
‘Da dove venite?’
‘Italia’
‘E qui in America?’
‘Siamo partiti da Chicago e andiamo a Los Angeles’
‘Con questa?’
‘Eh, si!’
(...) Poi tira fuori una banconota da venti dollari accompagnata da un ‘Wellcome to America! Voglio poter contribuire a questo sogno!’
(...) Li infila sotto la sella e se ne va!”

Da leggere, perchè un viaggio, qualunque viaggio, in qualche maniera ti cambia la vita, e Giorgio Serafino ce lo conferma:

“Mentre osservo ipnotizzato questo cielo magnifico, penso alla mia vita, che non sarà più come prima”.

L’incipit.
Tamburi. Eco di tamburi. Battono a ritmo costante, ipnotico. Ma nessuno sta suonando, sono solo
nella mia mente. Eppure io li sento, chiari. E’ bellissimo e una pace mi avvolge. Non so perché, ma quel ritmo è una conferma: stiamo andando nella direzione giusta.

Nota: un piccolo neo di questa pubblicazione è la mancanza di una mappa su cui seguire le tappe in
cui si è sviluppato il viaggio del “Generale Lee”.

Luglio 2017 - Giorgio Serafino presenta una nuova edizione autopubblicata del suo libro di maggior successo, una originale versione interamente scritta a mano da leggere direttamente dalla calligrafia del suo autore, impreziosita dai suoi disegni.

L'America in Vespa "sotto la pelle della Route 66", maggiori dettagli a questo link.

Giorgio Serafino
L’AMERICA IN VESPA
Mursia

Questo libro è disponibile online tra i titoli a catalogo della LIBRERIA UNIVERSITARIA

Novità vespistica in libreria!

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Uscirà nei prossimi giorni per i tipi delle edizioni Mursia il racconto on the road "L'America in Vespa", scritto da Giorgio Serafino dopo aver viaggiato in compagnia di sua moglie Giuliana attraverso gli States, lungo la mitica Route 66, in sella alla sua Vespa 50 che per l'occasione è stata riverniciata con i colori confederati e battezzata "Generale Lee". Il volume sarà presto in commercio ma sin da ora è possibile prenotare una copia a questo link.
Sarà presto online anche la recensione a cura di "Chilometri di Parole in Vespa"... keep in touch!

Non solo Vespa (è "tornato" Ted Simon!)

"Chilometri di parole in Vespa" è una rassegna dedicata alla raccolta e alla segnalazione di quanto viene dato alle stampe in lingua italiana, in quel particolare genere letterario da me definito "letteratura vespistica", partendo dalla narrativa "di viaggio" ovviamente, per sconfinare in altri generi quale il giallo e il noir oltre alla narrativa classica. Poche le eccezioni.

Eccezione inevitabile (a conferma della regola!) per Ted Simon. Così come un anno fa, quando celebrammo "Jupiter", oggi non è possibile ignorare l'uscita del suo seguito, "Sognando Jupiter". A trent'anni di distanza dal primo, ecco un altro giro del mondo e un nuovo libro (leggi tutto).
E siccome non è mai troppo tardi ecco un libro che vide la sua prima edizione nel 1996. Un volume a cui sono arrivato grazie alla segnalazione di un attento lettore di questo Weblog, che ringrazio, invitando tutti a imitarlo! Sarebbe stata una grave lacuna dimenticare un libro come "Bastogne", che trasuda Vespa fin dalla prima pagina (leggi tutto).

Non poteva mancare infine un titolo di narrativa di viaggio, ma non fatevi ingannare dal titolo: questo "Al mare in Vespa" è molto di più che la semplice cronaca di una vacanza in Vespa lungo le coste dello stivalone nazionale, da Ventimiglia a Trieste (leggi tutto).

Sognando Jupiter

Ted Simon

Un’incomprensibile falla del sistema editoriale per lunghi anni ha privato i lettori italiani delle pagine di un classico della letteratura motociclistica di viaggio quale è “Jupiter”. A questa lacuna ha posto rimedio nel 2010 la Elliot e sempre grazie a Elliot, a solo dodici mesi di distanza, possiamo tornare a viaggiare sulle pagine più recenti di Ted Simon. Il resto del mondo per farlo ha dovuto attendere trent’anni. Tanti ne erano trascorsi da quel suo primo leggendario giro del mondo meravigliosamente narrato. Ted Simon, incurante dell’anagrafe, è ben lontano dal considerarsi motociclisticamente pensionato nonostante un viaggio del genere non aiuti certo a ignorarlo:
“Mai prima di quel momento ero stato così dolorosamente cosciente della mia età”.
Rimonta quindi in sella, lascia la Triumph per una BMW (un vero peccato non abbia pensato a una Vespa!) e riprende la strada per scoprire cosa è cambiato dopo tanti anni nel mondo, in quegli stessi luoghi da lui già attraversati:
“Ora, dopo tutti questi anni, è impossibile che quegli uomini siano ancora qui. E anche se ci fossero, cosa mai potrei rappresentare io, per loro? Perché dovrebbero ricordarsi di me, quando in migliaia son passati di qui, da allora? Ero venuto per scoprirlo.”
Ed è grande la sua gioia quando riesce a ricucire il filo della storia.
“Incredibile, mi dissi, come semplicemente facendo ciò che desideravo - girare il mondo -, senza alcun intento altruistico, avessi influenzato la vita di tante persone incontrate lungo il cammino. Anche se, ovviamente, il merito era loro, perché mi avevano spalancato braccia e cuore.”
In tanti, pur non avendo mai incontrato Ted Simon di persona, hanno in qualche modo cominciato a guardare alla loro esistenza con uno sguardo diverso dopo aver letto le sue pagine. Molto probabilmente la magia tornerà a ripetersi con questo “Sognando Jupiter”: è immutato infatti il suo entusiasmo nell’approccio al viaggio, sebbene più consapevole e ponderato. A volte i volumi successivi a un best seller patiscono un calo di tensione rispetto ai primi. Non è certo il caso di “Sognando Jupiter”, dove Ted Simon non si risparmia e mette su carta non solo i chilometri ma anche il suo cuore: l’amore venne a scandire alcune tappe del suo primo giro del mondo e non poteva essere diversamente in questa nuova avventura.
“Evidentemente l’esperienza del viaggio amplifica talmente la sensibilità e la gioia dell’esser vivi che queste emozioni devono trovare uno sbocco e, nel mio caso, l’amore è la più immediata delle vie di sfogo.”.
In trent’anni di cose al mondo ne erano cambiate parecchie. Il modo di comunicare tra le persone, la maniera di condividere esperienze ed emozioni. Ted Simon non poteva restarne immune e per questa sua nuova partenza nell’era di Internet impensabile non trovarsi a fare i conti con il Web:
“L’improvvisa consapevolezza di quanto ero cambiato mi colpì come un pugno nello stomaco. Ero davvero diventato comunicazione-dipendente, passavo il tempo a ricevere e inviare email, a pubblicare post sul mio sito... e non ero più capace di abbandonarmi, semplicemente e serenamente, alle situazioni e ai luoghi dove mi trovavo. Che fine aveva fatto quel “Giove” che in India si era seduto ad aspettare placido sotto un albero, certo che prima o poi sarebbe arrivato un aiuto e, con lui, una nuova avventura?”.
Ted Simon parte per questa sua seconda grande avventura all’inizio del 2001, incosciente, come lo era del resto tutta la civiltà occidentale, di quanto sarebbe cambiato il nostro modo di vivere a partire dall’11 settembre di quello stesso anno. Inevitabili, ma non solo per le conseguenze di quella data, le sue considerazioni nell’epilogo del romanzo:
“Negli anni Settanta tornai dal mio viaggio con in mente la stravagante immagine della razza umana come un cancro che devasta la terra. Oggi non c’è più niente di stravagante in quel paragone”.

Da leggere, perché è solo viaggiando con se stessi che ci si può avvicinare ai propri confini.

L’incipit.
“Nei miei ricordi appare come un fantasma, una figura senza contorno, poco più di una presenza che si dilegua appena cerco di metterla a fuoco e prende vita se mi distraggo. Quando ci siamo conosciuti, trent’anni fa, per me non rappresentava altro che una curiosità senza importanza, ma ora è riemerso da qualche piega dell’inconscio, acquistando forza. Era un marinaio sulla Zoe G, l’unica nave che all’epoca accettò di portare me e la mia moto dall’Africa al Sud America."

SOGNANDO JUPITER
Ted Simon
Ed. Elliot

Questo volume è disponibile nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA

Bastogne

Baldini Castoldi Dalai

Bastogne” (1996) è stato il secondo volume dato alle stampe da Enrico Brizzi, scrittore bolognese. Era balzato in vetta alle classifiche due anni prima con il suo romanzo d’esordio “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”.
“Bastogne” è un noir che trasuda Vespa fin dalla prima pagina. Un romanzo duro e violento, in apparenza mal si concilia con la comune idea che si ha della Vespa e dei vespisti. A fare da sfondo a questa vicenda ambientata negli anni ‘80 le strade di Nizza e dintorni, dove i protagonisti hanno buon gioco per sfuggire e nascondersi dopo aver dato il peggio di loro. Fin da quando, adolescenti votati alla tossicodipendenza, fanno dello spaccio la loro fonte di sostentamento. E poi rapine, stupri, omicidi, in un’escalation che è una discesa negli inferi dell’autodistruzione. Protagonista della storia è Ermanno Claypool:
“Sono uscito in Vespa senza una meta precisa. Ho comprato da un tale una sella biposto a pelle di dalmata, così ci si sta in due, comodi e maragli, sulla mia special verde inglese, brava a schiodare a pieni giri lungo tutte le preferenziali della città sotto gli occhi orzajuoli delle guardie municipali.”
Questa Vespa sarà sua compagna e complice per tutto il romanzo, come suoi complici sono Raimundo, Dietrich e Cousin Jerry, il cugino. Una vicenda dall’epilogo amaro, così come amara è un po’ tutta questa storia. Ma è bello leggere che proprio da una Vespa nasce la speranza di ritrovare un’esistenza più matura e consapevole.
“Il cliente è lei, dice il meccanico. Scuote la testa, dice: Comunque se è proprio una questione affettiva... e finalmente si decide ad affrontare il groviglio di biciclette e ferraglia che tengono il vecchio special prigioniero. C’è giusto il tempo di fumare una meravigliosa, e poi la Vespa color verde immatricolata nell’80, spinta a mano dal meccanico, è già pronta a lato del marciapiede. Intanto le pago questa dice Ermanno. E poi vorrei dare un’occhiata ai vecchi pezzi di ricambio...”

Da leggere, perchè andare in Vespa non è sempre e solo avere le ali sotto ai piedi.

L’incipit.
“Un giovedì dell’aprile 1984. Pomeriggio. Parcheggiamo le vespe con frenata sghemba giusto sotto casa della sbarba Occhi-blu. Chiudono la catena, così, per sicurezza. Può sempre esserci qualche malintenzionato che scorrazza nei paraggi, anche qui nei quartieri dei ray-ban a goccia, delle televisioni a colori e delle altissime fedeltà superstereo. Ermanno guarda con ammirazione bambinesca Cousin Jerry, sorta di monumento vivente alla vita dispari, ne imita i movimenti.”

Enrico Brizzi

Questo volume è disponibile nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERITARIA

Al mare in Vespa

AL MARE IN VESPA
Marco Giovannelli
self publishing by ilmiolibro

Vuoi per le ridotte dimensioni del volume, vuoi per il titolo maliziosamente vespistico, può essere facile farsi ingannare dalle apparenze e prendere sottogamba questo “libretto”, sicuri di inciampare in una cronaca vacanziera sotto il segno della Vespa. Nulla di più sbagliato. Al lettore più attento non sarà sfuggito un dettaglio della copertina dove si legge della prefazione curata da Concita De Gregorio, all’epoca di questo viaggio direttore de “l’Unità”. Fu infatti con la sua benedizione (se così vogliamo dire... “Non ce la fai, muori.”, le sue testuali parole) che Marco Giovannelli, dopo averle confidato della sua idea di ripercorre in Vespa il viaggio compiuto venticinque anni prima da Michele Serra (il periplo della costa italiana, da Ventimiglia a Trieste, a bordo di una Fiat Panda narrato nel libro “Tutti al mare”), si decise a realizzare questo suo sogno troppo a lungo rinviato:
“L’idea è nata tanti anni fa, complici Nanni Moretti e Michele Serra. A loro si sarebbero poi aggiunte le imprese mitiche in Vespa, raccontate in quattro bei libri, di Giorgio Bettinelli.”.
Il banale diario di un viaggio turistico non avrebbe avuto l’attenzione giornaliera di un quotidiano a diffusione nazionale come l’Unità (oltre a quella di diversi altri media di informazione quali La Prealpina, VareseNews e Radio NumberOne). L’intento di Marco Giovannelli è stato quello di vedere con i suoi occhi cosa era cambiato - e come - nel nostro Paese in un quarto di secolo. Un percorso attraverso i luoghi ma soprattutto tra la gente:
“Pescatori, imprenditori, maestre, cuochi, operai, ex calciatori, scrittori, giornalisti, assistenti sociali, impiegati, albergatori, artisti, professori, bibliotecarie, gestori di locali, amministratori, politici e dimenticherò qualcos’altro ancora. Sono stati loro i protagonisti del mio viaggio in Vespa per tutto il mese di agosto, in giro per le coste italiane, da Ventimiglia a Trieste.”

Il tutto osservato da quel particolare punto di vista privilegiato che è il sellino di una Vespa.

Di tante persone e personaggi incontrati da Marco Giovannelli voglio citarne uno su tutti, Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore di Acciaroli, la cui testimonianza in queste pagine è diventata, suo malgrado, il suo testamento, ucciso in un agguato pochi giorni dopo la conclusione di questo viaggio:
“Ciao Angelo, solo Hemingway avrebbe potuto raccontare il Tuo amore per la Tua gente, la Tua passione per la Tua terra. Il mare del Cilento sia sempre spumeggiante per il tuo sorriso”.

Da leggere, perché leggere di un giro d’Italia è un buon punto di partenza per pensare al giro del mondo.

L’incipit.
Le cozze, un buon filo conduttore del viaggio. Certo, da evitare con cura quelle tossiche di Porto Marghera, ma in ogni caso questo mollusco campeggia e trionfa sulle tavole di tutte le località marine. Con la partenza fissata da Ventimiglia come farsi scappare una chiacchierata con quello che è considerato, a furor di popolo, il “re delle cozze”.

AL MARE IN VESPA
Marco Giovannelli
self publishing by ilmiolibro

Nota: il mio ruolo di recensore in chiave vespistica mi impone una riflessione... come è possibile, mi domando, mettersi in testa di realizzare e portare a termine un Viaggio in Vespa (“V” maiuscole!) di quasi cinquemila chilometri, scriverne la cronaca giorno per giorno per un mese intero, per non trovare poi in tutto il libro nemmeno un paio di righe di attenzione per la Vespa? La scelta di questo mezzo non è stata ne logica ne casuale ma emozionale, possibile che nessuno di questi chilometri in Vespa abbia suscitato un’emozione degna di essere riportata?

Ceylon, India, Oriente misterioso ed Africa esplorati col mio scooter

CEYLON, INDIA, ORIENTE MISTERIOSO ED AFRICA ESPLORATI COL MIO SCOOTER
Cesare Battaglini
Edizioni Cobra (Ristampa anastatica)

Questo di Cesare Battaglini non è un romanzo di genere ma è un vero e proprio diario di viaggio.

Asciutto e fedele, compilato con la costanza e l’assidua dedizione di un capitano di vascello che ha precisi obblighi nei riguardi del suo diario di bordo. Poche righe quotidiane - fatta salva qualche rara eccezione - dal 4 giugno del 1954, giorno della partenza dalla sua Bologna, fino al rientro in Italia, a Trieste, sei mesi più avanti, al 31 dicembre. In mezzo una lunga avventura in sella alla sua Lambretta efficacemente riassunta nel titolo di questo libro “Ceylon, India, Oriente misterioso ed Africa esplorati col mio scooter”. Come un viandante d’altri tempi Battaglini si mette in gioco con le sue sole forze e la durezza della prova gli offre la prospettiva migliore per uno sguardo sul mondo che non potrebbe essere più consapevole.
“In questo sterminato deserto sassoso i giorni sono tutti uguali ed io ormai non li conto più. Che cosa assurda è il tempo e come lo sciupa l’umanità!”
Mentre si allontana in sella alla sua Lambretta il suo viaggiare umile lo pone sullo stesso livello dei popoli che incontra, e la descrizione puntuale delle sue vicissitudini si arricchisce di riflessioni attente, rispettose delle genti ma non prive di senso critico.
Un volume prezioso e raro, esaurito e introvabile da anni, di cui si ha traccia solo di poche copie. Il ritrovamento di una di queste, custodita presso la biblioteca comunale di Monghidoro (Bo), ha consentito la realizzazione della ristampa di una tiratura limitata di copie anastatiche a cura del Lambretta Club Emilia Romagna che ringrazio della fattiva collaborazione nel rendermi disponibile una copia per la redazione di questa pagina.

Cesare Battaglini è oggi Presidente Onorarario del Lambretta Club Emilia Romagna.

L’incipit.
“Sogno ad occhi aperti popoli strani, foreste inesplorate, monti selvaggi, deserti sconfinati e mille altre cose che non esistono solo nella mia fantasia ma che sono realtà di questa terra; ciò che mi tormenta è sapere che, pur esistendo queste cose, forse non le potrò mai vedere con i miei occhi...”

Cesare Battaglini
Ceylon, India, Oriente misterioso ed Africa esplorati col mio scooter.
Edizioni Cobra (Mi)

Bacci Pagano cerca giustizia

BACCI PAGANO CERCA GIUSTIZIA
Bruno Morchio
Fratelli Frilli Editori

A pochi mesi dall’uscita del suo ultimo romanzo Colpi di coda, Bruno Morchio torna in libreria con una raccolta di racconti che hanno per protagonista l’investigatore privato dal passato turbolento, che non porta le mutande e (ogni tanto) si sposta in sella al suo PX rosso amaranto per le strade della Città della Lanterna: Bacci Pagano. Un ritorno che non poteva passare inosservato a questo spazio dedicato alla letteratura vespistica, per tanti buoni motivi. Purtroppo anche in quest’ultima pubblicazione Morchio, da buon genovese, è estremamente parsimonioso - se non proprio tirchio! vedi pag. 69 - nel dedicare qualche riga al PX (al posto del quale, quando la necessità è quella di avere quattro ruote, ricorre a un altro mito della locomozione, il caro vecchio maggiolino Volkswagen).
Piacevole sorpresa per Chilometri di Parole in Vespa scoprire che per questa raccolta (composta da un racconto lungo e altri quattro più brevi) Morchio abbia scelto di tornare all’editore che per primo diede alle stampe le avventure del suo personaggio, i Fratelli Frilli, editori in Genova dagli inizi del nuovo millennio il cui logo “FeF” è graficamente legato dalla stessa “e” del logo Vespa.
Bello anche ritrovare a far bella mostra di se in copertina il PX di Bacci. Il racconto principale “Un ibrido d’uomo” è un gioiello della narrativa di Morchio, con una storia genovese dai personaggi ben tratteggiati, soprattutto dal punto di vista psicologico: non è facile staccarsi da queste pagine una volta che si inizia la lettura e ci si proietta nella storia.

L’incipit.
"Le gallerie, che il treno infilava una dopo l’atra, annunciavano che Genova era ormai vicina. Di lì a poco avrebbe rivisto il mare. Superata l’ultima stazione dell’Appennino, man mano che i minuti trascorrevano, un’emozione strana, misto di ansia e frenesia, si impadroniva di lui. Non si trattava di una sensazione piacevole, ma il fatto di avvertirla lo caricava di speranza. Se non altro, dopo tanto tempo, provava finalmente qualcosa.”

Bruno Morchio
Bacci Pagano cerca giustizia
Fratelli Frill Editori

Anche questo volume è reperibile nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA

le postcard di KmPV...

...ovvero qualche centimetro di letteratura vespistica offerta da Chilometri di parole in Vespa (per vedere le postcard ingrandite è sufficiente cliccarci sopra)


























Colpi di coda.

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Bruno Morchio
Garzanti

Bruno Morchio torna protagonista sugli scaffali delle librerie e Bacci Pagano è di nuovo in sella* al suo PX con questa nuova indagine in cui torna protagonista l’investigatore privato che non porta le mutande.

Morchio conferma tutte le belle pagine già scritte in precedenza e con questa storia cala il lettore nell’attualità recente. Siamo nei giorni dell’insediamento del primo presidente nero alla Casa Bianca e questa vicenda di respiro internazionale porta servizi segreti, trafficanti d’armi e terroristi a intrecciare le loro trame nei carruggi multietnici di quella Genova conosciuta solo da chi la abita e guardata con romantica diffidenza dai forestieri. Un territorio nel quale muoversi può essere pericoloso se non se ne conosce intimamente l’anima. Ma questa volta sapersi muovere a proprio agio in nei meandri di una città conosciuta non basta e ad aiutare l’investigatore ecco un’altra anima tormentata, Rodney O'Flaherty (buona forchetta e formidabile compagno di bevute), un giornalista irlandese free lance che si rivelerà un prezioso compagno d’avventura abile ad interpretare l’enigmatico atteggiamento del committente arabo di questa indagine, l'imam Abdel Ghaffar.

I dialoghi sono il punto di forza di questo romanzo: serrati, diretti ed efficaci, delineano i personaggi meglio di qualsiasi descrizione. Un romanzo questo che si presta a farsi strada ben oltre i confini nazionali.

L'incipit.
"Il carruggio odora di pioggia e refrescume. Il porto antico, con le sue acque verdi e stagnanti, si apre al di là della stazione della metropolitana e della strada dove è posteggiato il furgone con un autista al volante pronto a partire.
Il silenzio è rotto dallo sgocciolare dell'acqua lungo le grondaie e dal gracidare ovattato di un televisore acceso oltre una finestra dei piani alti. Sul muro nero del palazzo di fronte l'ombra azzurrina dello schermo danza come un fantasma senza pace.
Questa è una notte speciale per il mondo."


COLPI DI CODA
Bruno Morchio
Garzanti

* in Vespa, in verità, Bacci pagano ci sale solo per qualche riga in 470 pagine di romanzo: poco purtroppo, nonostante la scusante della pioggia battente che cade per buona parte del romanzo...

i Vespa-fattorini letterari

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Con gli ultimi due titoli inseriti in questo aggiornamento di Chilometri di parole in Vespa si va a completare una trilogia dedicata ai Vespa-fattorini.
Inevitabile che questa figura professionale - il pony express in scooter - finisse per diventare il personaggio giusto per il Vespa-narratore di turno.

Roan Johnson con il suo "Prove di felicità a Roma est" ci porta in sella a una Vespa Primavera del '79 a consegnare pizze per le strade della capitale (leggi tutto).

Alejandro Parisi  con il suo "Delivery. Coca a domicilio" ci porta invece per le strade di Buenos Aires a consegnare a domicilio le specialità tipiche di una rosticceria... e non solo (leggi tutto).




Due titoli che vanno ad aggiungersi a "Ermes", già presente in questa rassegna (leggi tutto), per comporre la trilogia dei Vespa-fattorini letterari.

Buone letture... in Vespa!

PROVE DI FELICITA' A ROMA EST

PROVE DI FELICITÀ A ROMA EST
Roan Johnson
Einaudi

“(...) l’unico atto di ribellione era stato partire con la mia Vespa Primavera del ‘79, celeste e ammaccata come i cartelli stradali sulla provinciale verso l’Aurelia”.

Iniziano così le vicende romane di Lorenzo Baldacci, ventuno anni da Pomarance: “un paesone di neanche cinquemila abitanti sperduto nella campagna toscana, dove non c’era altro da fare che perdere tempo con entusiasmo...”.
Per Lorenzo quella di trasferirsi a Roma è una scelta dettata appunto dal tempo perso con troppo entusiasmo e quindi l’esigenza di rimettersi in pari con gli anni di studio. Ad attenderlo una scuola privata “da tre anni in uno”, ospite del professor Garzoli, al quale l’arrivo di Lorenzo riaccende una scintilla di vita sopitasi quando, raggiunta l’età della pensione, si era chiuso in casa con cane e badante a ripensare ai tempi in cui era professore per davvero, circondato da giovani studenti tutto il giorno.
Per Lorenzo il modo per accettare l’imposizione di questa nuova fase della sua vita è quello di partire da casa in sella alla sua Vespa "dopo aver riempito la borsa da calcio, tentando di pigiarci più pezzi della mia stanza che potevo”. “Ed è così che dopo “trecento chilometri lungo il Tirreno con sosta sul mare per farmi un bagno a Talamone” la strada e la Vespa continueranno ad essere i compagni delle sue giornate, divise tra lo studio e il lavoro di fattorino di pizzeria per le strade della capitale.
Per l’ennesima volta, quel punto di vista esclusivo che è il sellino di una Vespa si rivela - oggi attraverso la penna di Roan Johnson - un catalizzatore di emozioni che fa di Lorenzo Baldacci la rappresentazione perfetta di tutta la sensibilità che si cela dietro la vita apparentemente ordinaria di chi, inaspettatamente, si scopre a non essere più adolescente. Situazioni confuse, come avere una ragazza “in comune” con un collega o abitare ai limiti del randagismo in una roulotte senza ruote parcheggiata in periferia, non sono subite con disagio ma vissute come una scelta di vita consapevole. Una presa di coscienza che aiuta a mettere a fuoco se stessi e a trovare il proprio ruolo. E questo non accadrà solo per Lorenzo ma anche per Samia, la sua ragazza e pure per l’anziano professor Garzoli:
“...visto, Baldacci? Ti ho fregato pure questa volta. Come riusciva a trovare sempre un sinonimo più di me, così non si era fermato al raccordo, ma era arrivato al mare”.

Questo romanzo di Roan Johnson entra a pieno titolo a far parte di quella nicchia estrema ed esclusiva che è la letteratura vespistica. Il capitolo dodici è una vera chicca, con una precisa descrizione di quella che è pura sopravvivenza vespistica metropolitana, con un doveroso riconoscimento a colei che è molto di più di un mezzo di trasporto a due ruote:
“La mia Vespa era una creatura in via d’estinzione, un dinosauro tra bestie nuove e veloci, un mezzo buono per fare percorsi medio-lunghi su strade diritte e sgombre, o bella figura alle serate revival”.

L’incipit.
I primi giorni di lavoro Samia non l’avevo neanche vista: io aspettavo gli ordini ai forni e lei serviva nella sala della pizzeria, e quando chiudevamo montava sullo scooter dietro Marchino senza guardare nessuno, vestita con dei golfini slargati che le arrivavano fino alle cosce e le coprivano i fianchi. Solo dopo ho analizzato quel periodo con l’attenzione di uno storico e ho capito che Samia aveva tutto un suo modo di mimetizzarsi con la nostra pizzeria, come se un velo di polvere la coprisse dalla testa ai piedi.

PROVE DI FELICITÀ A ROMA EST
Roan Johnson
Einaudi

anche questo libro è disponibile nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA

DELIVERY. Coca a domicilio

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DELIVERY. Coca a domicilio
Alejandro Parisi
Edizioni e/o

In questo suo romanzo d’esordio Alejandro Parisi (classe 1976, da Buenos Aires) racconta in prima persona la discesa agli inferi di Martìn, fattorino di rosticceria, che gira con il motorino le strade della capitale argentina per consegnare “empanadas” a domicilio per pochi pesos. Martìn racconta al lettore le sue giornate in maniera diretta, con uno stile asciutto che descrive alla perfezione la ripetitività della sua esistenza. Giornate che si ripetono uguali una dopo l’altra e che cominciano tutte allo stesso modo: uno sguardo all’orologio del videoregistratore, un’imprecazione, una doccia, un caffè e poi rosticceria fino alla sera. Non è difficile per Martìn cedere alla tentazione di rompere questa monotonia consegnando, tra un’empanadas e l’altra, qualche bustina di coca. Soldi facili e un po’ d’avventura, che non guasta. Non gli pare vero di aver trovato qualcuno che finalmente si è
accorto di lui e di quanto vale, e poco importa se ad essersene accorti sono dei poco di buono. È talmente bravo nello svolgere il suo compito che ben presto si trova pieno di soldi e in un mare di guai. Uscirne al più presto l’unica soluzione, ma come riuscirci? Chi ci ha provato prima di lui è finito all’ospedale. Prima deve portare a termine un ultimo importante incarico, ci vuole coraggio, e Martìn lo troverà in fondo al suo cuore.
Le strade di Buenos Aires ci svelano una realtà non molto diversa da quella delle nostre grandi città.
È bravo Alejandro Parisi a raccontare come la grave crisi economica vissuta dall’Argentina possa avere risvolti imprevedibili e drammatici per una generazione che si è trovata a subirla senza però voler rinunciare a rincorrere ideali di ricchezza e di successo. Saranno però ideali d’amore e di amicizia a indicare la retta via a Martìn e al suo motorino.

L’incipit.
Mi addita. I ciccioni mi guardano e vorrei ammazzarmi. Scendono dalla macchina, attraversano Terbal e si fermano di fronte a me. Il biondo sorride e dice tranquillo, smilzo, il Tano vuole soltanto sapere se hai fatto tutto come si deve.

DELIVERY. Coca a domicilio
Alejandro Parisi
Edizioni e/o

Nota: il mio ruolo di recensore in chiave vespistica mi impone di precisare che in questo libro l’unica Vespa di cui si ha certezza è quella di copertina. Mai, in tutto il romanzo, viene specificato che il motorino di Martìn sia una Vespa. Allo stesso modo però non viene mai specificato nemmeno il contrario... quindi, vista la bella copertina, perché non pensare che in fondo potrebbe proprio esserlo?

Anche questo libro è disponibile nel catalogo online della LIBRERIA UNIVERSITARIA

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